"…Se spiano me me ne fotto, scopriranno solo che mi piace la figa, capirai che novità."


Per quanto un’affermazione del genere ignori il fatto che — in un paese sulla carta democratico e libero, dove in teoria vige il diritto alla #privacy personale e alla riservatezza della corrispondenza — se ciò che si pensa sia successo fosse davvero successo, la situazione sarebbe grave oltre ogni limite possibilmente rappresentabile con delle mere parole, e il popolo tutto dovrebbe organizzarsi per cambiare completamente il governo in carica… a livello personale, si può forse dare torto al signore?
A parte i miei login (greve), cosa otterrebbe l’ipotetico hackerino di turno stabilendosi all’interno del mio smarfonino, anziché nelle mie pareti? Beh… a parte le solite fotine che scatto ma non pubblico, data l’annosa questione per cui potrei ma non voglio e vorrei ma non posto… nulla, tipo. Le bozze dei miei post? I messaggi con le altre persone che vivono nel mio computer? I miei 100 GB di musica scaricata? Tanto, pur avendo un tale vantaggio su di me, non riuscirebbero comunque a farmi concorrenza…
Certo però è che sarebbe un problemino se — come pare sia il caso per lo spyware di #Paragon, e per questo è da incoscienti e/o criminali banalizzare a questo modo — mi spiassero attraverso il microfono e la fotocamera, finendo quindi per scoprire le mie attività offline oltre che quelle online… ma tanto quello lo fanno già gli spiriti delle mie pareti, per cui, onestamente, anche qui, per me non cambierebbe una mazza. Per le persone normali invece, #giornalisti o no, sarebbe gravissimo.